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Anti-Trump, Pro-?

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Articolo di Jason Read sulle mobilitazioni contro Trump

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L’opposizione a Trump precede la sua elezione. La sua campagna si è scontrata con grandi proteste, che gli hanno anche impedito di parlare a Chicago. I politici devono sempre fare i conti con la protesta, ma le affermazioni di Trump hanno creato qualcosa di più intenso e diffuso. Tanto che la sua elezione è immediatamente stata accolta da una marcia di donne il giorno seguente l’inaugurazione. Queste marce organizzate hanno superato ogni previsione, tanto che Trump ha trascorso il fine settimana del suo insediamento a discutere con i media delle folle, tentando di ristabilire una parvenza di legittimità popolare. Ciò che era cominciato come un esercizio all’insegna del femminismo edulcorato racchiuso mello slogan “I am with Her” di Clinton, è presto diventato una contestazione sulla stessa rappresentanza del popolo.

L’opposizione a Trump è eterogenea, per non dire altro. Comprende membri di Black Lives Matter, anarchici, quelli che sono stati nuovamente chiamati socialisti, così come gli elettori di Clinton e coloro che sono già nostalgici della comparsa di un’America più gentile e dolce sotto la presidenza Obama. Come era successo per la manifestazione di massa del 15 febbraio 2003 contro la guerra in Iraq, e anche per alcuni aspetti di Occupy Wall Street, l’aumento della massa di persone nelle strade ha portato a un diluirsi del significato e del messaggio. Essere contro Trump può significare essere per tutto, dal Partito Democratico alla trasformazione rivoluzionaria. Come nei movimenti precedenti, la principale questione pratica è come costruire un movimento in un movimento, formare e mettere a fuoco la critica nella lotta con un presidente che sposta gli obiettivi a ogni tweet.

C’è una sostanziale e importante differenza, tuttavia: le passate mobilitazioni in America hanno fatto delle loro dimensioni e del loro numero parte della loro legittimità, affermando di essere una vera maggioranza. È stato così per i milioni che hanno marciato contro la guerra in Iraq, e ciò è stato perlomeno simbolicamente invocato dall’idea di Occupy Wall Street di rappresentare il 99% opposto all’1% che controlla la maggior parte della ricchezza mondiale. Anche l’opposizione a Trump contiene un appello alla maggioranza, dopo tutto una maggioranza di americani ha votato per Clinton. La sua vittoria è dovuta al collegio elettorale, un’istituzione anti-popolare con radici nella schiavitù e che adesso dà agli stati e alle popolazioni rurali un’influenza sproporzionata. Tuttavia, questo appello alla maggioranza incontra un ostacolo nella moltitudine di differenti popolazioni colpite dalla presidenza Trump, ciascuna fatta bersaglio di una serie di ordini esecutivi: i rifugiati e gli immigrati, le donne e, se si deve credere alle voci correnti, i gay, le lesbiche e i trans saranno i prossimi obiettivi di ordini esecutivi che legittimano la discriminazione con il pretesto della libertà religiosa. Queste differenti popolazioni non possono essere unificate in alcun appello alla maggioranza, ma devono essere difese in quanto differenti, come minoranze.

Nei prossimi mesi e anni, mentre le istituzioni dominanti, i partiti e i media formuleranno i loro appelli basati sullo stato di diritto e sulle regole del gioco, sostenendo che Trump è vincolato al rispetto del suo incarico, o nella variante più cruda “ha vinto, non farne un dramma”, sarà necessario per l’opposizione a Trump articolare la critica sia alla legittimità democratica, sia ai suoi ideali o valori. È questo che deve fare il movimento se vuole ampliarsi e andare oltre l’appello al Partito Democratico. Nel farlo è forse aiutato dal fatto che Trump ha spostato il terreno dalla formalità della legge allo spettacolo della maggioranza. Trump ha articolato la sua politica con l’idea di una maggioranza, bianca, rurale, retta, cristiana, una maggioranza presentata in televisione come la norma. L’appello di Trump non è alla formalità del collegio elettorale, infatti afferma che avrebbe vinto con il voto popolare se non fosse stato per i voti illegali degli immigrati. Le uscite di Trump sono spesso viste come parte del suo narcisismo e del bisogno di conferma, ma le osservazioni psicologiche trascurano la sua funzione politica. Trump afferma di rappresentare la “vera maggioranza”, non una semplice formalità legale. Forse un po’ di chiarezza sul punto può essere offerto dalla definizione di maggioranza di Gilles Deleuze e Félix Guattari: “La maggioranza implica una costante, d’espressione o di contenuto, come unità di misura in rapporto alla quale può essere valutata. Supponiamo che la costante o l’unità di misura sia un qualsiasi Uomo-bianco-maschio-adulto-cittadino-parlante una lingua standard-europeo-eterosessuale [...]. È evidente che ‘gli uomini’ sono in maggioranza, anche se sono meno numerosi dei moscerini, dei bambini, delle donne, dei neri, dei contadini, degli omosessuali, ecc. Ciò dipende dal fatto che l’uomo appare due volte, una volta nella costante, una volta nella variabile da cui si estrae la costante”.

L’opposizione a Trump deve contestare la maggioranza ufficiale delle regole del diritto e delle procedure formali, e allo stesso tempo mettere in discussione lo spettacolo della bianchezza, mascolinità, cittadinanza ed eterosessualità considerate come la norma, lo standard, rispetto a cui tutto il resto è deviante.

Nel farlo è aiutata dall’abbraccio a Trump di elementi dell’estrema destra, o alt-right. La nomina di Steve Bannon, precedentemente di Breitbart News, così come i tweet in favore di Milo Yiannopolis, hanno minato ogni tentativo di presentarsi come rappresentante di una maggioranza neutrale. La protesta e il movimento Black Lives Matter hanno fatto della discriminazione razziale un terreno centrale e la base della polizia e dello Stato, e sembra quasi che Trump stia lavorando sodo per confermare questa affermazione. Più precisamente, Trump sta centrando la sua presidenza sull’idea che non solo questa è la sua America e la sua base, la vera America, ma che le politiche che fanno appello a tale base e rappresentanza sono efficaci per arginare qualsiasi opposizione, che i vantaggi per la sicurezza, per immaginari che siano, supereranno l’aumento della repressione, e che una crescita nella condizione simbolica, il riconoscimento della bianchezza e della cristianità, supererà una decrescita nella condizione economica, dal momento che le protezioni dei lavoratori vengono erose.

La situazione è nella migliore delle ipotesi metastabile, con differenti tensioni e possibilità in conflitto, che delineano futuri diversi. Il solo futuro che sembra essere precluso è la nostalgia per l’immediato passato, per una qualche restaurazione di un’America più gentile e dolce.