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Sommario di "Millepiani" n. 40

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• Premessa                       5

• Daniela Cappelleto

                  Introduzione a

                  Francis Bacon and the Brutality of facts                      9

• Francis Bacon

                  Francis Bacon and the Brutality of facts                     13

• Tiziana Villani

                  La carne, la macchina e i processi

                  di assoggettamento: Figure di Francis Bacon                     43

• Ubaldo Fadini

                  Figure e territori                     55

• Daniela Cappelletto

                  Le stanze di Francis Bacon                     71

• Félix Guattari

                  Dagli anni d’inverno all’ecosofia                     77

• Claudia Landolfi

                  Controllo e discontinuità

                  della “materia informazionale”

                  nella tecnologia digitale                     87

• Ben Matsas

                  Le singolarità utopiche

                  di una rivoluzione istituzionale                     103

• Rosella Corda

                  Pedagogia del concetto                    135

• Nicola Lonzi

                  La macchina del senso                    147

• Alessio Kolioulis

                  La libertà ai tempi del controllo                    159

• Davide Calenda-Joe Cullen

                  Aspettando la metro a Dalston Junction                    167

• Filippo Domenicali

                  Biopolitica ed ecologia                    175

• Andrea Cagioni

                  Rendita, accumulazione

                  e nuovi processi di valorizzazione nel web 2.0                    185

 

• Silverio Zanobetti

                  La città pensa in me                    195

 

• Paolo Vignola

                  Il consumo della creatività                    213

artefacts

• Tiziana Villani

                  ArteFacts: laboratorio di ricerca artistica                    233 

• Paul D. Miller

                  Data Aesthetics                    235

• Recensioni & schede di lettura                     243

 

Premessa

Questo volume segna il ventesimo anno di articolazione di un percorso di ricerca condiviso con diversi amici e in scambio continuo con tutti coloro hanno seguito, sollecitato, interrogato le nostre modalità di indagine.

Gli autori e gli artisti che a vario titolo hanno segnato la nostra singolare storia si iscrivono in un orizzonte di pensiero che non si è limitato soltanto a decifrare il presente, quanto a rilevarne le zone critiche nell’intento di aprire piani di espressione più liberi.

La filosofia era ed è per noi l’ambito privilegiato di questa interrogazione. L’esercizio della filosofia ci ha permesso di sviluppare uno stile nei modi e nelle forme attraverso le quali abbiamo via via individuato gli snodi concettuali che più ci premevano e che con tenacia e rigore continuiamo ad approfondire.

Lo stile è quello proprio di un procedere insieme, nel rispetto e nel riconoscimento delle singolarità che aspirano a mettere in comune le differenti posizioni e vie di ricerca.

In questo numero abbiamo predisposto una cartografia di concetti sui quali da tempo lavoriamo: i corpi vivi e in tensione storicamente determinata, l’agire creativo nell’età del venir meno della retorica dell’alterità, le trasformazioni macchiniche del tempo digitale, le istituzioni di soddisfazione possibile. Non a caso compaiono due importanti interviste: quella di Francis Bacon, rilasciata a David Sylvester nel 1984, e quella di Félix Guattari, realizzata presso la televisione greca, nel 1992, che ci appare quasi come un ultimo lascito di grande potenza teorica. In queste interviste, pur molto diverse tra loro, emerge un intento comune, che ci preme rimarcare: quello del superamento possibile dello stato delle cose, a partire da una tensione che sfugge alle catture di un sociale apparentemente opaco, poiché intravede territori esistenziali originali e innovativi, di più decisa e appunto radicale soddisfazione possibile.

Tutti gli interventi, come ormai accade negli ultimi anni della nostra attività, hanno sviluppato questa tensione complessiva e si sono quindi predisposti secondo uno schema di effettuazione della potenza di un pensare insieme, alla luce anche degli “insegnamenti” - dei “segni” che consideriamo ancora oggi ineludibili – dei nostri “classici” di riferimento (con particolare attenzione qui a Spinoza).

Un’ultima annotazione: l’ambiente di ricerca di “Millepiani” non ama la polemica o l’eccesso di discussione (con le sue ovvie patologie, come ha più volte sottolineato Gilles Deleuze) nei confronti di altre modalità di indagine che tentano di ritrovare l’agire filosofico: esso si vuole semplicemente diverso e in ogni modo assai distante rispetto a quelle tecniche di storicizzazione e di comunicazione, sotto veste di rilancio di parole d’ordine, che sono le vere nemiche dello stile e delle pratiche di elaborazione innovativa del pensiero filosofico.