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Il Partito di Repubblica e l’attenzione pelosa al genere

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di ANNA CURCIO

Dopo averla ignorata per due mesi, stupisce l’attenzione che improvvisamente gli organi di comunicazione mainstream stanno riservando alla vicenda che vede una quarantina di lavoratrici che imbustano capi d’abbigliamento per il marchio italiano dell’e-commerce Yoox contrapporsi con forza alla cooperativa Mr.Job (che lavora in subappalto per Yoox) ritenuta responsabile di contratti da fame, condizioni di lavoro semi-schiavistiche e last but not least abusi e molestie a sfondo sessuale.

Negli ultimi (almeno due) anni che hanno visto, in Emilia e in altre regioni del nord, un conflitto serrato e  crescente nei magazzini della logistica di distribuzione, l’attenzione che gli organi di informazione hanno riservato alle lotte è stata davvero poca cosa. Solo in alcune occasione, infatti, le notizie relative a scioperi, blocchi e picchetti dei facchini contro abusi e ipersfruttamento e per rivendicare migliori condizioni salariali e dignità, hanno raggiunto le pagine dei quotidiani o dei Tg nazionali. É successo per esempio quando, a gennaio, la lotta dei facchini di Granarolo, aveva preso la forma di un presidio permanente davanti ai cancelli dello stabilimento, con un’intensa settimana di blocchi e picchetti, a cui erano seguite immancabili le violenze di polizia e carabinieri. In quell’occasione molta stampa locale aveva preso parola, tuonando contro le violenze dei lavoratori, tanto che avevamo parlato in quell’occasione di una contrapposizione nitida, forza contro forza, nella città di Bologna: da una parte i poteri costituiti della città (Legacoop, imprese, amministrazione comunale e sindacati confederali, spalleggiati dalla stampa, partito di Repubblica in primis), e dall’altra i lavoratori in lotta insieme ai sindacati conflittuali, i collettivi e i centri sociali, lavoratori solidali e alcuni scrittori engagé, che attraverso i social media e i portali della comunicazione di movimento raccontavano un’altra storia, quella degli abusi padronali nella crisi, del sistema di sfruttamento delle cooperative, delle connivenze politiche e sindacali, e soprattutto la formazione di una soggettività collettiva contrapposta a un presente di miseria e impoverimento.

Allora, nel crescere dell’attenzione mediatica per la lotta delle lavoratrici assunte in subappalto da Mr.Job per conto di Yoox, non hanno pesato le violenze della polizia (che ci sono state senza che stampa e tv ne dessero conto) o le lunghe giornate di blocchi alla circolazione delle merci, quanto invece soprattutto la dimensione di genere della lotta, quella specificità recepita come un po’ esotica o un po’ naif quando si parla di lotte operaie che una certa cultura di sinistra ha storicamente immaginato come agite esclusivamente dalle nerborute e callose mani di operai o lavoratori rigorosamente maschi. Qui invece la lotta la portano avanti giovani donne, prevalentemente migranti, decisamente affascinanti dietro i loro striscioni e bandiere, quando lanciano slogan con il pugno chiuso alzato o saltano festose all’inedito (per noi autoctoni) ritmo cadenzato di scioperò-scioperò, che abbiamo imparato a riconoscere e riprodurre nei picchetti della logistica di distribuzione. C’è materia per solleticare le più recondite fantasie dei lettori, e questo lo sa bene una stampa sempre alla ricerca del sensazionale più che della notizia, del commento o della riflessione. Tanto più che la questione delle molesti sessuali scoperchia un profondo spazio di fantasie pruriginose, sessiste e coloniali (visto che si tratta di giovani e giovanissime donne migranti) a cui la stampa mainstream è solita non sottrarsi.

Ma c’è un altro aspetto che in questa vicenda va sottolineato. Fedele alla sua vocazione non solo di schierarsi dalla parte dei padroni (lo aveva già fatto sulla vicenda Granarolo), ma sempre più di dettarne le politiche, il Partito di Repubblica ha pubblicato sul suo sito web un articolo che dà ampio spazio al sit-in messo in piedi a sostegno dell’azienda da alcune lavoratrici dei magazzini Yoox gestiti da Mr.Job e altri provenienti dai magazzini dell’interporto. I responsabili della coop avevano fatto circolare nei giorni precedenti la notizia che qualora la protesta fosse andata avanti Yoox avrebbe stracciato il contratto con Mr. Job e sarebbero dovute tornare tutti a casa. Insomma, un sit-in imboccato dai responsabili della coop, organizzato dalla minaccia della chiusura e dunque mosso dalla paura di perdere il magro salario, in cui – riporta Repubblica – le denunce degli abusi e molestie a sfondo sessuale subiti dalla lavoratrici nei magazzini diventano “falsità inventate ad arte per danneggiare l'azienda”.

Eppure Repubblica ci aveva abituato a ben altra attenzione su ciò che riguardano la cosiddetta questione di genere, la “dignità” delle donne, il rispetto per la loro sessualità. Ben altra sensibilità e foga aveva mostrato di fronte allo scandalo delle olgettine o al caso Ruby. Come se i diritti delle donne andassero invocati in nome dell’anti-berlusconismo salvo poi, cambiare nettamente di segno quando i diritti violati chiamano in causa lo sfruttamento di lavoratrici e lavoratori, il sistema delle cooperative che lo gestisce o l’operato di Renzi e Poletti. Ammanettato il mostro Berlusconi, finalmente le donne hanno potuto godere del diritto all’austerità pudica di Monti, Napolitano e del Pd, e le lavoratrici essere molestate dagli sfruttatori senza bisogno del bunga bunga. Tutta la pelosa attenzione al genere del Partito di Repubblica è cioè finalmente svelata.

É venuto, allora, il momento di dire che non esistono padroni buoni e cattivi, che lo sfruttamento va combattuto in quanto tale, che l­’oppressione di genere non è volgare o pudica, ma semplicemente da distruggere. E chiamare le cose con il loro nome: un molestatore è un molestatore, chi manifesta per i padroni contro compagne e compagni di lavoro è un crumiro. E che Repubblica è il partito del renzismo al potere. Se non ora quando?